«Tra il 1920 e il 1940 nella sola Val d’Enza – una ristretta porzione di territorio
di Reggio Emilia – trecentoquindici abitanti vengono schedati nel Casellario
Politico Centrale come oppositori del fascismo.
Accanto ai militanti più propriamente politicizzati, una fitta rete di spionaggio
individua i disfattisti, i renitenti, i dubbiosi, i lavativi, segnalandoli come
elementi pericolosi. Il dato numerico rivela le incrinature della propaganda
di regime, incapace di contrastare una mormorazione sovversiva che presto
diventerà voce e infine urlo.»